8 Marzo

Francesca, con un sorriso radioso, alzò il suo smartphone verso il cielo azzurro punteggiato da nuvole soffici. Era la giornata dei diritti femminili, e l’aria era carica di speranza e di cambiamento. Attorniata dai suoi colleghi, tutti giovani audaci che avevano scelto di abbandonare il caos della città per abbracciare la serenità della campagna, sentì un’ondata di appartenenza.

“Ragazzi, facciamo un selfie!” esclamò, e in un attimo, tutti si strinsero intorno a lei. C’era Luca, con i suoi occhi che ridevano, sempre pronto a scherzare; c’era Marta, la pensatrice, con i suoi occhiali da intellettuale e un libro mai troppo lontano; e poi c’era Giorgio, il cuore del gruppo, sempre il primo a offrire una mano.

Mentre il telefono catturava quel momento, Francesca sapeva che non era solo un’immagine: era un simbolo. Un simbolo della loro scelta di vita, del loro coraggio nel perseguire un sogno comune, e della loro solidarietà in un giorno che celebrava l’uguaglianza e il rispetto. Con un clic, il selfie non era solo un ricordo, ma una promessa per il futuro. Un futuro di possibilità, coltivato non solo nei campi che li aspettavano, ma nei legami che avevano scelto di rafforzare quel giorno.

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